Tatuaggi portafortuna: quali sono e i loro significati

Tatoo Geco

Quella dei tatuaggi è un’arte antica quanto la storia dell’uomo stesso. Attraverso quelli che oggi sono considerati semplici disegni, in passato si raccontavano storie, ci si proteggeva dalla mala sorte e si esprimevano caratteristiche e particolarità della persona che li portava. I tatuaggi rappresentano da sempre un tratto culturale importantissimo, che oggi si è trasformato in un decoro, ma che in molti casi racconta ancora le stesse storie del passato.

Chi decide di tatuarsi la pelle, spesso lo fa con un’intenzione ben chiara dietro. Spesso, questa è la fortuna. I tatuaggi portafortuna sono infatti tra i più diffusi in assoluto e attingono nei loro disegni alla cultura popolare di zone diverse del mondo. Si tratta di simboli considerati in grado di tenere lontana la sfortuna, di scacciare il malocchio e di allontanare l’invidia, e allo stesso tempo di attrarre buona sorte, felicità e fortuna. Solitamente, questo tipo di tatuaggi si fa per ricordare una persona cara oppure per celebrare un momento importante o un traguardo raggiunto.

Trattandosi di una cosa molto personale, ogni tatuaggio può avere interpretazioni e realizzazioni differenti da persona a persona, per cui non si può dire che esistano dei tatuaggi portafortuna universali. Ci sono però, dei disegni che nelle culture di diverse popolazioni nel mondo, rappresentano proprio la buona sorte, e ognuno di questi porta con sé un po’ della storia che ha alle spalle, e un po’ delle credenze della popolazione che lo ha creato. Per prendere ispirazione per il proprio tatuaggio portafortuna, oppure semplicemente per scoprire il significato nascosto di simboli e disegni visti su altre persone, ecco una breve guida ai tatuaggi portafortuna più famosi e iconici.

Trifoglio e quadrifoglio

Tatuarsi un trifoglio o un quadrifoglio è un modo per attrarre la buona sorte. A volte si fa confusione tra i due simboli, perché entrambi si dice portino fortuna. Il primo è legato alla tradizione irlandese e a San Patrizio, che nella sua opera di conversione della popolazione dell’isola, si dice abbia usato proprio un trifoglio per spiegare il concetto della Santa Trinità. Chi ha quindi una fede molto spiccata, può fermarsi a questa leggenda per attribuire al trifoglio proprietà portafortuna. Facendo un passo in più, invece, c’è da dire che il trifoglio in natura è molto più diffuso del quadrifoglio.

Quest’ultimo, in realtà, non è altro che un’eccezione alla forma naturale del trifoglio, e per questo è molto più raro. Si dice che chi ha la fortuna di trovare un quadrifoglio in un campo di trifogli, avrà fortuna anche nella vita, e la buona sorte gli sorriderà. Inoltre, tornando alla cultura religiosa, al quadrifoglio è associata la figura della croce, simbolo vero e proprio della cristianità. Insomma, a prescindere da quale dei due significati si reputa più fortunato, scegliere come tatuaggio portafortuna un trifoglio o un quadrifoglio è sicuramente una speranza di buoni auspici.

Civetta

Un altro tattoo portafortuna è quello che ritrae una civetta. Per spiegare come mai questo animale sia considerato un simbolo di buona sorte, bisogna tornare parecchio indietro nella storia, e arrivare fino ai Greci. O meglio, agli Dei stessi. La civetta è l’animale simbolo di Atena, la figlia di Zeus, nonché dea della saggezza, e non è un caso che il suo nome sia anche Athene noctua. Gli occhi gialli e lucenti fanno di questo animale un vero portento, e i greci pensavano che proprio attraverso essi, la civetta potesse vedere al buio, e scorgere così tutte quelle cose che all’occhio umano erano impossibili da vedere.

La sua importanza simbolica è talmente elevata nella cultura ellenica, che la civetta viene anche coniata sulle monete: quelle d’argento un tempo, quella da 1 euro oggi.

Per tutti questi motivi, la civetta è considerata un animale guida portafortuna, e sceglierla come soggetto di un tatuaggio è un modo per portare sempre con sé il simbolo della saggezza e della visione notturna, che a sua volta rappresenta la capacità di vedere le cose per come sono realmente, andando al di là dell’apparenza oscura, e di scorgere le realtà più nascoste.

Geco

Un altro animale comunemente noto per portare fortuna, è il geco. Si dice infatti, che una casa in cui entri un geco sia una casa fortunata, e che questo animale non vada mai ucciso. Il motivo di questa fama, che lo rende anche un soggetto molto frequente di tatuaggi contro il malocchio, sta nella sua stessa natura. Infatti, quando un geco si sente in pericolo e vuole scappare dai predatori che lo minacciano, è in grado di staccarsi la coda e farla ricrescere successivamente. La coda quindi, che appena tagliata continua a muoversi, distrae il predatore e permette al geco di mettersi in salvo.

Un po’ come la fenice quindi, anche il geco è considerato simbolo di rinascita, e per questo portatore di buona sorte, che dopo vicende avverse è in grado di rialzarsi più forte di prima. Non sorprende quindi che in molti decidono di tatuarsi un geco, sperando di trarre da esso buona sorte e favore nella vita, nelle avversità e nel quotidiano.

Ferro di cavallo

Nella cultura occidentale, il ferro di cavallo è uno dei simboli più noti come portafortuna, e ancora oggi è uno dei temi più frequenti come tatuaggio portafortuna. Ci sono diverse teorie sul perché questo oggetto porti fortuna, ma la più accreditata è quella di Saint Dunstan, l’arcivescovo di Canterbury nell’anno 959. Egli, prima di diventare arcivescovo, era un fabbro, e fu lui ad inchiodare un ferro di cavallo allo zoccolo del diavolo, quando in realtà il suo compito era quello di ferrare il suo cavallo.

Per liberarsi, il diavolo promise al santo di non entrare più in un luogo sul cui uscio si trovasse un ferro di cavallo. Una seconda spiegazione, che mischia il sacro al profano, vuole che il ferro di cavallo porti fortuna per la sua somiglianza con l’apparato genitale femminile, in grado di distrarre il maligno e facendogli perdere interesse dall’entrare nella casa dove si trova esposto.

Cornetto

Uno dei simboli apotropaici più famosi della nostra cultura è il cornetto napoletano. Anche in questo caso, il motivo della sua capacità di favorire prosperità e buona sorte ha diverse attribuzioni. Da un lato c’è la sua somiglianza con l’organo genitale maschile: in passato la virilità maschile era considerata una fonte di ricchezza, perché un uomo in grado di generare molti figli maschi poteva disporre di maggiore manodopera, e quindi vivere meglio.

Una seconda spiegazione rimanda invece alla caccia: esporre sulla porta della propria casa le corna di un toro o di un altro animale ucciso durante la caccia, era simbolo di grande potenza e maestria. In buona sostanza, chi esponeva un corno di animale, grazie alle proprie abilità da cacciatore non correva il rischio di patire mai la fame. Infine, una terza teoria collega il cornetto al peperoncino, cui effettivamente assomiglia molto, e alle sue proprietà benefiche per l’organismo.

Mano di Fatima

La Mano di Fatima è un amuleto portafortuna che appartiene alla tradizione di diverse culture. Si tratta di una mano con cinque dita e una decorazione sul palmo. Questa può essere sia l’Occhio di Allah (nella versione musulmana), che la Stella di David (nella versione ebraica). C’è chi pensa che la Mano di Fatima risalga ai Cartaginesi, come simbolo di Tanit, la dea della Luna e della fertilità, chi invece la rimanda all’ebraismo, chi ancora ai sumeri e agli assiro-babilonesi. Sia nella cultura ebraica che in quella musulmana odierne però, la Mano di Fatima indica la presenza di Dio, che benedice e protegge, e da qui la sua fama di portafortuna.

Al di là della cultura a cui appartiene però, questo simbolo è particolarmente caro alle donne di tutto il mondo, poiché rappresenta la femminilità, la benedizione materna e la fertilità. Insomma, la Mano di Fatima, soprattutto per le donne, è un simbolo particolarmente potente, che oltre alla fortuna porta anche pace, benessere e amore.

Occhio di Horus e Scarabeo

Dalla cultura egiziana arriva invece l’Occhio di Horus, un simbolo di buona fortuna e protezione, spesso utilizzato come tatuaggio portafortuna anche da chi non ha nulla a che fare con l’Egitto. Per gli antichi egizi l’Occhio di Horus è una vera e propria fonte di guarigione, che permette a chi lo possiede di vedere oltre il visibile, ossia verso il futuro e al di là delle apparenze. Si dice, nella tradizione egiziana, che Toth abbia recuperato l’Occhio dopo essere stato fatto a pezzi da Seth, e ancora oggi questo è uno dei simboli più importanti per la nazione.

Alla cultura egiziana appartiene anche un altro simbolo molto gettonato come tatuaggio portafortuna: lo scarabeo. Questo animale, che nella lingua locale viene chiamato kheperer, era considerato dagli antichi egizi come un simbolo apotropaico di rinascita. Da allora viene usato come amuleto e come portafortuna, e gli vengono attribuiti anche poteri magici, in grado di portare eventi felici e buona sorte a chi lo riceve in dono. Lo scarabeo è associato, in particolar modo, alla trasformazione e al mutamento, e per questo spesso si sceglie come tattoo dopo un periodo di grandi cambiamenti oppure quando si è in procinto di cambiare totalmente vita.

Nazar

Il Nazar Bonjuk è conosciuto in molti modi e con molti nomi: occhio di Allah, Mati, Occhio greco, Evil Eyes, ecc. Si tratta di un amuleto blu a forma di occhio, con una parte centrale bianca e un puntino nero, che trova le sue origini nella storia e nella cultura del Medio Oriente. Soprattutto, il Nazar è comunissimo in Turchia, dove è considerato un amuleto contro il malocchio. Il nome stesso infatti, significa “sorveglianza”: per questo motivo, il Nazar Bonjuk è un oggetto che serve a proteggere dalle energie negative e dalla cattiva sorte.

Nella cultura del Medio Oriente gli occhi blu sono rarissimi, e proprio per questo il Nazar è caratterizzato dal colore blu. Secondo la tradizione, chi nasce con gli occhi blu ha il potere di liberare gli altri dalle maledizioni, così si usa regalare il Nazar come buon auspicio, e anche sceglierlo come tatuaggio portafortuna, oltre che indossarlo sotto forma di gioiello o spilla. Infatti, una leggenda turca narra che fu proprio un uomo dagli occhi blu colui che riuscì a liberare la popolazione da un grande masso che ne ostacolava il passaggio.

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